captagon salerno

Emesso mandato d’arresto per il siriano Taher Al Kayali ritenuto figura centrale nel traffico internazionale del micidiale Captagon, la droga del combattente, rinvenuto nel porto di Salerno a giugno del 2020.


Le 17 tonnellate di Captagon, la droga del combattente sequestrata nel porto di Salerno nel giugno del 2020, erano destinate alla Libia per inondare l’Arabia Saudita e i paesi della penisola arabica. E’ un giallo internazionale quello in cui si sono imbattuti il procuratore capo di Salerno Borrelli e i Pm della procura che hanno ricostruito la rotta che abbraccia, oltre all’Arabia e la Libia, più Stati del mediterraneo, la Svizzera e la Germania. Le indagini portarono, nel 2021, all’arresto di un 47enne siciliano residente in Svizzera e di un 51enne spedizioniere doganale salernitano, considerati responsabili dell’intermediazione logistica dei carichi di droga provenienti dalla Siria. Poi ci si è concentrati sul mittente, individuato in Taher Al Kayali, latitante, il cui nome è stato fatto dal siciliano Amato. A lui si è arrivati attraverso l’analisi dei messaggi WhatsApp e Telegram in cui veniva spiegata la tecnica del tramacco, ovvero come trasferire merce di copertura in contenitori di altre nazionalità così da far perdere le tracce della reale provenienza del carico, visto che la Siria è inserita nella Black list del sistema doganale. E’ chiaro quindi, per gli investigatori, che quella in cui ci si è imbattuti è una rete criminale ben consolidata, dedita al traffico internazionale del micidiale Captagon, vicina alle autorità siriane con agganci strategici all’interno del porto di Latakia, dove insisterebbe una potente cellula delinquenziale coordinata da una serie di soggetti (operatori e spedizionieri doganali, ma anche organi di controllo) che, a vario titolo, presterebbero la loro opera per curare sistematicamente l’invio di ingentissime partite di stupefacente. E Salerno si è ritrovata centrale in questa rotta.