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Per l’omicidio di Salvatore Lausi, avvenuto nell’ottobre del 2002, i carabinieri di Napoli hanno notificato, nel carcere di Secondigliano, tre ordinanze di custodia cautelare nei confronto di tre persone ritenute affiliate al clan Mazzarella.

I provvedimenti sono stati emessi dal gip del tribunale di Napoli su richiesta della Dda partenopea. L’omicidio, come hanno ricostruito gli investigatori attraverso attività di intercettazione e riscontri a dichiarazioni di collaboratori di giustizia, fu una epurazione interna al clan, originata dal fatto che la vittima, incaricata della riscossione delle estorsioni nei quartieri Forcella, Maddalena e Sanità era ritenuta responsabile dell’ammanco di 100 milioni di lire dalla cassa dell’associazione.

Ma non solo. Era sospettato di aver stretto rapporti con Giuseppe Misso (all’epoca capo e fondatore dell’omonimo clan) cosa che venne interpretata come volontà di affiliarsi a quest’ultimo, dissociandosi dai Mazzarella, dei quali avrebbe potuto rivelare informazioni riservate.

Infine Lausi si sarebbe impossessato di un orologio di valore di altro associato, sottraendoglielo con forza. Le persone raggiunte dal provvedimento sono: Michele Mazzarella, 45 anni, in qualità di mandante; Vincenzo Mazzarella, 74 anni, in qualità di mandante e organizzatore e Salvatore Barile, 39 anni, in qualità di esecutore materiale (in concorso con Ciro Giovanni Spirito e Vincenzo De Bernardo, deceduti).

DiRedazione

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