Tar addio Piazza Municipio

Per offrire un’accoglienza adeguata ai turisti il Presidente degli Industriali, Costanzo Jannotti Pecci, chiede che il “Grand Hotel de Londres”, sede del Tar, torni a essere un hotel

Il turismo in Campania nel 2023 supererà i livelli del periodo precedente la pandemia affermandosi come prima Regione meridionale, relativamente agli arrivi ed alle presenze, con un incremento del 13,1% rispetto allo scorso anno e con una Pasqua, ormai alle porte, che va già verso il sold out con il 75-80 per cento di camere occupate. Un incremento dell’affluenza turistica che richiede, però, servizi adeguati. Ed è anche a proposito di questo che arriva la richiesta del Presidente degli industriali napoletani, Costanzo Jannotti Pecci, che con una lettera al governo chiede che il “Grand Hotel de Londres” di Piazza Municipio «torni a essere un albergo» e che il Tar lasci il sito e si trasferisca in quella che dovrebbe essere la sede naturale del Tar, ovvero nella cittadella giudiziaria del Centro Direzionale dove, tra l’altro, vi sono intere strutture inutilizzate.

Jannotti Pecci nella sua lettera porta all’attenzione una vicenda a dir poco spiacevole che penalizza le prospettive di crescita di un turismo qualificato a Napoli privandolo di una struttura di eccellenza, dal prestigioso passato, che ha contribuito a fare la storia della città sottolineando che se si vuole davvero assicurare una stagione di riscatto alla capitale del Sud, bisogna accelerare la risoluzione di vicende grottesche come questa. Il Presidente degli industriali fa appello alla sensibilità delle istituzioni per evitare il protrarsi di una situazione contraria al buonsenso e agli interessi della cittadinanza napoletana
e lancia una sfida affermando che qualora il complesso immobiliare fosse definitivamente destinato alla sua originaria funzione, importanti gruppi imprenditoriali italiani e stranieri sarebbero pronti ad acquisirlo in locazione corrispondendo un canone e facendosi carico di tutti i costi di ristrutturazione per un’operazione che, quindi, si realizzerebbe senza alcun onere per le casse pubbliche.

DiRedazione

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