È una chiusura lunga. Non più interventi spot per il Castel dell’Ovo, particolarmente esposto a intemperie e crolli per la struttura tufacea. Ora si chiude e le previsioni di riapertura non saranno prima dei due anni e mezzo circa.
Il cronoprogramma di lavori prevede una generale messa in sicurezza del castello che sorge sull’insolito napoletano per otto milioni di euro. Ma non solo: riqualificare l’area del “ramaglietto”, una cartellonistica all’altezza di un luogo metà di migliaia di turisti ogni mese, anche in inverno. Oggi delusi dalla chiusura di uno dei luoghi simbolo di Napoli che resta con i cancelli sbarrati ed un cartello che recita: “lavori di valorizzazione”.
La progettazione esecutiva, è stata completata nei giorni scorsi ma il bando ancora non c’è. Partendo da questo documento si dovrà poi procedere alla assegnazione della ditta (o più imprese) aggiudicatrici dei lavori.
La sala Italia del Castel dell’Ovo al momento resta l’unico luogo visitabile. C’è la mostra itinerante di IOC Unesco con E.ON energia principale partner. L’Ocean&Climate Village resta fruibile entrando dall’ingresso secondario del castello dal borgo marinari. Tutto fino a domenica 12 marzo. Poi il castello chiuderà per tutti.
Ed aprirà solo nella fine del 2025, forse iniziò 2026. Ma spunta una idea: riaprirlo gradualmente durante i lavori una volta terminati blocchi di interventi. Un buon modo per continuare a visitare la bellezza partenopea considerato l’alto flusso di turisti soprattutto in estate.
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