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I giovani e la loro ricerca di un posto nel mondo tra le aspettative dei genitori e le pressioni di una società che promuove modelli vincenti e performanti sono stati al centro del nuovo appuntamento della decima edizione del ‘Laboratorio di Cinema’ dell’Università ‘L’Orientale’. “La vita è come andare in bicicletta. Per mantenere l’equilibrio devi continuare a muoverti. Vai avanti. Anche quando hai paura. Anche quando sei stanco. Anche piano, ma avanti”, ammoniva Einstein ed è proprio quello che tenta di fare Claudia, protagonista del corto “Sistemi isolati” di Simone Pascale, il secondo titolo della  rassegna cinematografica da sempre punto di forza del Laboratorio ideato e diretto dal Prof. Francesco Giordano.

Affidandosi soprattutto a un vortice di immagini e suoni, Simone Pascale restituisce visivamente la lotta di Claudia, tra esami in ritardo all’Accademia di Belle Arti, atti di autolesionismo e rifiuto della socialità, contro i demoni interiori che divorano la sua anima e che mettono a soqquadro la sua esistenza. Tuttavia, il finale aperto, in cui Claudia si avvicina a un suo coetaneo  suggerisce che una via di fuga da quella sorta di prigione interiore in cui ci autoreleghiamo per proteggerci dal mondo è possibile a patto di mettersi in gioco aprendoci all’altro e non chiudendoci in noi stessi. Del resto, come sentenziava Søren Kierkegaard, “osare è perdere l’equilibrio momentaneamente. Non osare è perdere se stessi”.

Il corto “Sistemi isolati” ha particolarmente coinvolto gli studenti anche in virtù di un’esperienza di deprivazione sensoriale che ne ha preceduto la visione: l’ascolto a occhi chiusi per alcuni minuti del corto teso a prefigurarne lo sviluppo del plot  ‘entrando così nel corto’ come da efficace immagine del Prof. Francesco Giordano, anima e cuore del Laboratorio ma soprattutto un vulcano di idee in fatto di espedienti didattici finalizzati ad abbattere le pareti dell’aula laboratoriale per far vivere agli studenti l’esperienza di un vero set.

A farli entrare nella mente creativa dell’autore ci ha pensato lo stesso Simone Pascale che prima ha ripreso e completato la lezione, in apertura di incontro, sui fondamenti di regia e sceneggiatura di Francesco Cerrone. Poi ha condiviso la gestazione e la genesi del suo corto, nato per raccogliere la sfida lanciata dal suo Professore di Scrittura creativa all’Accademia di Belle Arti e diventato un progetto cinematografico sulla scorta di un insieme variegato di suggestioni.

Fonti d’ispirazioni sono stati, infatti, un viaggio in treno e l’inciso “in an isolated system,  entropy can only increase” del pezzo strumentale del cult-band dei Muse, “The 2law: isolated system”, che richiama la seconda legge della termodinamica secondo la quale in un sistema isolato, cioè senza scambi di energia o materia con l’esterno, l’entropia,  misura del disordine, non può che aumentare, chiaro riferimento al disordine emotivo ed esistenziale che travolge gli individui atomizzati e irrelati.

Rivedendosi negli studenti, suoi quasi coetanei, Simone Pascale si è congedato esortandoli a osare, a non farsi scoraggiare dalle difficoltà dando così un seguito professionale alla loro passione per il cinema perché, in fondo, come sottolineava Seneca, “non è perché le cose sono difficili che non osiamo farle le cose, è perché non osiamo farle che diventano difficili”.