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Quella del caporalato è una piaga sociale in quanto oltre a sfruttare le difficoltà dei lavoratori, danneggia la maggioranza delle realtà
agricole che operano in un quadro di legalità. Questi temi sono stati discussi nel corso del convegno, organizzato dalla presidenza nazionale del Movimento Cristiano Lavoratori, che si è svolto all’Università degli Studi di Napoli Federico II. Il convegno, intitolato “Caporalato, sfruttamento e diritti negati, strategie per un contrasto efficace”, è stato introdotto dal rettore della Federico II, Matteo Lorito. «Quello proposto da Mcl – ha detto – è argomento molto importante, che non sta a cuore solo agli addetti ai lavori, ma a tutti gli attori della società, compreso il mondo accademico”. Il procuratore aggiunto della Procura di Napoli, Antonio Ricci, ha evidenziato tutti gli strumenti di contrasto al fenomeno del lavoro nero, mentre Mattia Pirulli, della segreteria generale della Cisl, ha sottolineato che tali metodi ormai non sono prerogativa solo dell’agricoltura, ma anche in molti altri ambiti professionali.
Per Michele Cutolo, vicepresidente nazionale di Mcl, padrone di casa, il problema del caporalato è purtroppo un fenomeno ancora radicato nel paese dove un popolo di disperati continua a lavorare anche 14 ore al giorno per 2 euro all’ora, sotto il sole rovente per raccogliere frutta e ortaggi pur di racimolare qualche soldo e pagare i debiti contratti per arrivare in Italia, almeno 10-12mila euro.