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Parto da quanto è accaduto ieri sera, e lo devo dire con la sincerità e anche con il coraggio che mi contraddistingue: non ho paura a mettermi contro tutto e contro tutti.

Io, cari napoletani, non vi capisco proprio. State gioendo come se il Napoli avesse vinto la Champions League… per la vittoria del Paris Saint-Germain!

Io capisco la rivalità sportiva che, in questo momento, vede l’Inter nostra grande rivale. Capisco il fastidio che si prova quando questi deficienti gridano: “Noi non siamo napoletani”. Il problema è vostro, che non siete napoletani, semmai.

Capisco che, in questo momento, l’Inter ha preso quasi il posto della Juventus nell’immaginario collettivo partenopeo, e quindi tifare per l’Inter sembra andare contro natura. Capisco tutto. Capisco anche la grande comunanza che c’è tra i tifosi del Paris Saint-Germain e quelli napoletani: c’è un gemellaggio, c’è una fratellanza. E di fronte ai sentimenti, io alzo le mani.

Capisco anche la simpatia e l’amore che ancora si prova per Crici Quaraschelia, grande protagonista del nostro scudetto; per Fabian Ruiz, che ha passato stagioni a Napoli non proprio positive, in verità; e anche per Gigione Donnarumma, al quale è stato perdonato, nel tempo, un video un po’ improvvido con lo zio, dopo una grande parata che ci tolse punti importanti nella corsa scudetto — un video in cui prendeva in giro i napoletani e il Napoli. Però, poi, è sempre il nostro Gigione di Castellammare.

Tutto questo io lo comprendo. Non voglio neanche tornare sul discorso di Quaraschelia, che ci è stato scippato — ne parlo tra poco.

Io non posso capire come voi non vi rendiate conto che ieri l’Inter non ha perso. È stata asfaltata. È stata una disfatta, una mattanza, la peggiore che si sia mai vista nella storia.

Aspettate, c’è una statistica interessantissima che ora vi tiro fuori: su 260 finali disputate tra Champions League, Europa League, Conference League, Libertadores, Mondiali, Europei, Coppa America… mai una squadra aveva perso con un passivo così pesante. È il passivo più pesante di sempre in una qualsiasi finale che conta.

Dite: “Ma a te che ti importa?” E no, mi importa.

Io ieri ho assistito alla partita — uso sempre questa frase che mi piace molto — con animo frigido, pacato. Non tifavo per nessuna delle due, per motivi ideologici che ora vi spiego. Ideologici e anche per non vicinanza.

È ovvio che, da amante del calcio, il Paris Saint-Germain mi ha riempito gli occhi. Mi ha fatto godere. Però la mattanza che ieri c’è stata ci ricade addosso, perché è la mattanza del calcio italiano.

Se noi avessimo vinto lo scudetto contro la squadra campione d’Europa, o che perlomeno — come l’altra volta con il City — fosse uscita dal campo con l’onore delle armi, avrebbe dato un valore nettamente superiore al nostro scudetto.

E non solo: il calcio italiano, che fa due finali in tre anni, avrebbe avuto un apprezzamento migliore.

Da ieri, il calcio italiano esce devastato. E voi, probabilmente, non ve ne frega niente neanche della Nazionale. Ma avete la mentalità e la miopia negli occhi. Perché se l’Italia rimane per la terza volta fuori dalla Coppa del Mondo, è una tragedia.

Dite: “Ma che c’entra con la partita di ieri?” Guardate che l’ossatura di questa Nazionale è fatta dall’Inter: Barella, Dimarco, Bastoni… ragazzi, questi vanno a giocarsi la partita della vita in Norvegia! E Acerbi ha avuto il coraggio, pur sapendo che mancano Calafiori, Buongiorno, che siamo in emergenza in difesa, di dire no, mostrando ancora una volta l’uomo che è: quello che ha insultato Juan Jesus.

Questa partita non è solo la disfatta dell’Inter.

E quindi vedere la faccia di qualche collega del Nord che è interista e si finge di non esserlo in modo ridicolo, oppure vedere qualche salotto devastato da questa sconfitta, o Marotta che perde la sua quinta finale consecutiva — due con la Juve in Champions, due con l’Inter, una di Europa League — sono piccole soddisfazioni.

Tra l’altro, popolo napoletano: eri anti-juventino, oggi diventi pro-juventino? Perché sapete chi ha goduto ieri più di tutti? Non i napoletani. I juventini e i milanisti. E voi vi associate a questo godimento?

Cerchiamo di capire, invece, che questa non è solo una disfatta dell’Inter. È una disfatta che ci riguarda tutti, perché ha detto tre cose fondamentali:

Il campo ha dimostrato che le idee di calcio italiane sono vecchie, superate. Oggi ci vogliono giocatori di gamba, che fanno uno contro uno, rotazioni continue, senza posizioni fisse. Il calcio è evoluto, noi giochiamo ancora in modo non vincente.

Il PSG ha un’età media di 24 anni. L’Inter è vecchissima, come lo è il Napoli, come lo sono tante squadre italiane. Perché in Italia i giovani non giocano.

Avete visto quel Dembélé? È uno dei nuovi assi del calcio mondiale, insieme a Lamine Yamal, Bellingham, Musiala… ragazzi di 20 anni, fenomenali.

Smettetela con la narrazione che il PSG ha cambiato registro, che non spende più per i grandi campioni e che oggi è una squadra costruita solo dal tecnico meraviglioso Luis Enrique — che pure è vero. Ma hanno speso 240 milioni. Non è una squadra del vivaio. Hanno preso giocatori da Rennes a 52 milioni. E a gennaio ci hanno fregato sotto banco Quaraschelia per 75 milioni.

Vi ribadisco: la trattativa è durata quattro mesi. Ho la testimonianza registrata dell’avvocato che ha steso il contratto. Il Napoli non ne sapeva nulla. Lui diceva: “Ci rivediamo, non vi preoccupate”, e nel frattempo stava trattando.

Lui si è portato a casa 10 milioni di commissione. E il ragazzo ha scelto Parigi per 10 milioni l’anno e per la Champions.

Mi state torturando ogni giorno per una mia dichiarazione di mesi fa, quando dissi: “Ma Quara, ne è valsa la pena andare a Parigi a vincere il solito scudettino?” 11 in 13 anni!

Qualcuno ricorda i protagonisti? Conta niente in Francia. È un obbligo per il PSG vincere. Poi esce agli ottavi. E voi fate finta che questo sia il calcio moderno?

Il PSG aveva perso in casa col Liverpool 1-0. Tutti i bookmakers lo davano per eliminato. Il Liverpool era primo in Premier. Sembrava finita.

Ha rischiato col Liverpool. A Birmingham contro l’Aston Villa ha rischiato l’eliminazione. Ha vinto 3-1 all’andata, ma perdeva 3-1 al ritorno. Si è qualificata solo grazie al gol del 3-2 e a Gigione Donnarumma, che ha fatto il fenomeno.

La verità è che il PSG ha perso due partite. Ha dovuto rimontare col City. E ora parlate di una squadra ingiocabile?

Non esiste. Come non esiste la favola dei ragazzini: sono giocatori da 50, 60, 70 milioni. Hanno speso 240 milioni!

Io non potevo tifare né PSG né Inter. Sapete perché?

Perché chi crede in un calcio pulito non può ignorare che — come ha scritto una rivista olandese, FB International, riportata anche dal Fatto Quotidiano — questa finale è stato uno spot per i kamikaze finanziari.

Oggi Report sta facendo uscire inchieste sull’Inter che fanno riflettere. Nell’anno 2020-2021, l’Inter ha avuto un buco da -106 milioni. Questa Inter nasce dal doping finanziario. Eppure ha potuto spendere 246 milioni. In 5 anni, ha accumulato un disavanzo di 609 milioni.

Il PSG ha fatto peggio: 887 milioni. In totale, 1,5 miliardi di disavanzo.

Se per arrivare in finale di Champions servono regole violate, debiti astronomici, connivenze istituzionali (FIGC, UEFA, FIFA), allora parliamone.

Io non posso tifare per chi non rispetta le regole, per chi ha l’arroganza del denaro, come Al-Khelaifi, che ti ruba la fidanzata in casa con yacht, ristoranti e alberghi a 5 stelle.

Non sono normali club: sono emanazioni di Stati sovrani, dove la sponsorizzazione maschera l’immissione di capitali.

È come giocare a poker con uno che rilancia con… il cielo.

Che gioco è?