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Nel suo discorso di insediamento alla Casa Bianca, il 20 gennaio del 1961, John Fitzgerald Kennedy rivolse ai suoi connazionali un appello: “Non chiedetevi cosa il vostro Paese può fare per voi ma chiedetevi cosa voi potete fare per il vostro Paese”. Echi di questo monito hanno attraversato gli anni e l’oceano Atlantico per essere raccolto dai residenti di Bagnoli la cui mancata riqualificazione, dopo la dismissione dell’ex Italsider, tra ritardi, omissioni e progetti avviati e mai conclusi è una ferita aperta.

Elio Vittorini era solito dividere i libri in due categorie, quelli che leggendoli lo inducevano a pensare “ecco, è proprio vero”, cioè gli davano la conferma di ciò che sapeva, e quelli che lo spingevano a esclamare: “Perbacco, non avevo mai supposto che potesse essere così!”. Lo stesso stato d’animo, quest’ultimo, sperimentato dagli studenti del ‘Laboratorio di Cinema’ dell’Orientale al termine della visione del docufilm “Flegrea-Un futuro per Bagnoli” di Stefano Romano grazie anche all’ennesima brillante trovata dell’estroso Prof. Giordano che tramite Qr-code ha raccolto in forma anonima sensazioni e soprattutto aspettative degli studenti prima della visione di “Flegrea” consapevole che il piacere estetico è in funzione della capacità o no di un’opera d’arte di tradire le attese di chi vi si approccia.

Francesco Giordano, dunque, non disgiunge mai l’aspetto emozionale da quello più propriamente nozionistico dimostrando così di riunire in sé le figure dell’insegnante che forma per la vita e del docente universitario che ‘informa’, cioè che indica un percorso professionale.
Filtrato attraverso la progressiva presa di coscienza di un fratello e una sorella, Ciro e Federica, alle prese con l’incertezza del futuro e la mancanza di opportunità professionali, Stefano Romano porta sullo schermo gli invisibili, i residenti del quartiere che finora non hanno avuto voce in capitolo nel delineare il futuro di Bagnoli post-Italsider.

Pervaso dal forte senso civico dei residenti di Bagnoli che smettono i panni dei passivi destinatari delle politiche decise, e mai implementate, dall’alto per diventare gli attori protagonisti del riscatto di un lembo di terra partenopea, il docufilm “Flegrea-Un futuro per Bagnoli” condivide la stessa poetica e la medesima tensione etica del “Kinoglaz”, cioè il “Cineocchio”, del regista Dziga Vertov: “Il Kinoglaz come possibilità di rendere visibile l’invisibile, di rendere chiaro ciò che è oscuro, palese ciò che è nascosto, di smascherare ciò che è celato, di trasformare la finzione in realtà, di fare della menzogna verità”.

Come tutti gli ospiti che lo hanno preceduto, Stefano Romano ha condiviso con gli studenti il ‘making of’ di “Flegrea”, in particolare l’accurato lavoro di ‘casting’ delle location, con i tanti sopralluoghi finalizzati a individuare quelle più funzionali alla narrazione. A titolo d’esempio, lo scheletro di un segmento del sito industriale dell’Italsider che all’inizio minacciosamente sovrasta i due protagonisti come una soffocante cappa per poi essere relegato sullo sfondo quando i due acquisiscono la consapevolezza di dover ciascuno in autonomia scegliere la propria strada, il proprio futuro.

Insomma, un incontro dai mille input come le mille anime e i mille colori del quartiere Bagnoli, non solo il grigio del pulviscolo inquinante ma anche i vividi colori della street art che ne abbelliscono alcune strade che costeggiano il mare. Si conclude, dunque, in grande stile la decima edizione del ‘Laboratorio di Cinema’ del Prof. Francesco Giordano che ancora una volta ha incontrato il favore degli studenti. L’unica nota stonata, per così dire, nella sinfonia composta dal Prof. Giordano è la breve durata del ‘Laboratorio di Cinema’. Tuttavia, come insegnava Seneca, la vita è come una rappresentazione teatrale: non conta la sua durata ma quanto sia stata ben recitata. Ebbene, il ‘Laboratorio di Cinema’ tra esperienze multimediali e sensoriali, ospiti di assoluto prestigio e un padrone di casa che si dona totalmente agli studenti è da Premio Oscar!