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Sono oltre cento gli imprenditori finiti in trappola per mano di una banda di truffatori che attirava le sue vittime millantando di poter accedere ai finanziamenti agevolati dell’UE e di poter monetizzare i crediti d’imposta acquisiti con Ecobonus e superbonus 110%.
A scoprire la maxi truffa sono stati i militari del nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza di Napoli (Sezione Frodi Comunitarie) che, coordinati dalla Procura di Napoli Nord hanno notificato tre arresti in carcere e tre ai domiciliari. I reati contestati a vario titolo sono associazione e delinquere, abusiva attività finanziaria, truffa e autoriciclaggio.
Agli indagati sono stati sequestrati beni per oltre un milione di euro e, durante le indagini, anche conti correnti all’estero e orologi di pregio per altri 60mila euro. La banda aveva basi in Campania e nel Lazio.
Dalle indagini è emerso, tra l’altro, che gli indagati avrebbero elargito denaro a funzionari pubblici, al momento non meglio identificati, in servizio negli uffici giudiziari, per inquinare il quadro probatorio e quindi assicurarsi l’impunità.

Dalle indagini emerge anche un suicidio. La vicenda sarebbe legata alla mancata cessione di un credito d’imposta chiesto dalla titolare di un’azienda agricola con sede in provincia di Bologna. La donna, parlando con l’unico degli indagati per il quale non è stata emessa una misura cautelare, fa chiaramente capire di avere intuito di essere stata vittima di una truffa e anche di essere pronta a denunciare l’accaduto “alla polizia internazionale” anche per “istigazione al suicidio”. Le successive indagini confermeranno che la mamma della donna si è effettivamente tolta la vita pochi giorni prima di quel colloquio, precisamente l’11 aprile 2023.