Il pubblico ministero ha contestato l’omicidio aggravato  dalle modalità mafiose a Francesco Pio Valda, il 20enne ritenuto il presunto assassino di Francesco Pio Maimone, il 19enne ucciso domenica notte, in via Caracciolo, nei pressi dello chalet da Sasà. A scatenare la follia omicida, una lite tra gruppi, ai quali Maimone non apparteneva, per una scarpa sporcata all’assassino. Sono bastate poche ore a chiudere il cerchio. Le  telecamere di videosorveglianza non hanno immortalato le immagini relative alle esplosioni dei colpi d’arma da fuoco ma hanno consentito di capire le dinamiche della lite.

Valda, identificato, si era reso irreperibile trovando rifugio a casa di alcuni conoscenti dove è stato rintracciato ieri pomeriggio. Si attende la convalida del fermo mentre al momento l’arma utilizzata, presumibilmente un revolver, non è stata ancora ritrovata. La storia familiare di Valda racconta l’ambiente in cui il presunto killer è cresciuto. Francesco Pio Valda è figlio del boss Ciro assassinato 10 anni fa in un agguato di camorra e fratello di Luigi, in carcere da alcuni mesi per tentato omicidio. La nonna paterna ha una condanna in primo grado a 8 anni per associazione camorristica. Lo stesso Francesco Pio, tre anni fa, da minorenne fu arrestato insieme al fratello e ottenne la messa alla prova, al termine di un processo per spaccio, lavorando in una comunità prima come pizzaiolo poi come istruttore di calcio. Prova che Valda aveva superato con successo tanto che il reato contentato era stato estinto e fino all’alba di lunedì sembrava che Francesco Pio fosse realmente riuscito ad uscire dal contesto criminale che ha caratterizzato tutta la sua vita.  

DiRedazione

Account ufficale della redazione di Canale 21, seguici in Tv e sul web www.canale21.it