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Il gip del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere (Caserta) ha disposto l’archiviazione per 18 agenti penitenziari per le violenze ai danni dei detenuti avvenute nel carcere di Sammaritano (Caserta) il 6 aprile 2020, tra i destinatari Benito Pacca, l’agente che si tolse la vita lo scorso 25 giugno a Secondigliano. Si chiude, quindi, il caso nei confronti dell’agente suicida.
L’uomo, 59 anni, era indagato per abuso di autorità nel secondo filone dell’indagine sulla perquisizione straordinaria poi degenerata in pieno lockdown per il Covid nel carcere casertano, ma si proclamava innocente. Nella prima fase dell’indagine furono identificati circa 120 agenti, tutti in servizio al carcere di Santa Maria Capua Vetere, e questo primo filone ha dato vita ad un maxi-processo con 105 imputati, identificati poi grazie alle immagini di video sorveglianza. Nel secondo filone investigativo furono identificati altri 50 agenti, tra cui Pacca, intervenuti nel carcere da diversi istituti. Per 32 agenti scatterà l’udienza preliminare il 29 gennaio davanti il Gup Angela Mennella.
Si tratta di componenti del Gruppo Operativo di Supporto e di agenti in servizio a Santa Maria Capua Vetere, accusati a vario titolo di abuso di autorità, ma il più grave reato, quello di tortura è contestato ad una ventina di agenti. Inoltre, in cinque rispondono poi anche del reato concernente i falsi referti medici procuratosi per dimostrare di essere stati aggrediti dai detenuti.
Durante queste indagini, dunque, sono scaturite le 18 archiviazioni e 32 rinvii a giudizio.