Il terzo mandato è come la mitologica araba fenice che risorgeva dalle sue ceneri. Quando la suddetta questione sembrava morta e sepolta dopo la pronuncia della Corte Costituzionale, Fratelli d’Italia riunisce l’esecutivo del partito e apre alla possibilità di discutere “senza preclusioni” del terzo mandato dei governatori e di farlo subito, anche prima della tornata autunnale di elezioni regionali. Una mossa che, se riuscisse, rimetterebbe in pista non solo Luca Zaia ma anche Vincenzo De Luca. Una mossa, dunque, che spiazza gli alleati, all’oscuro delle intenzioni dei meloniani che pure, all’indomani dello stop del governo alla legge trentina, avevano già dato una più generica disponibilità a riparlarne. Difficile pensare che una manovra parecchio spericolata – visti i ripetuti no opposti ai numerosi tentativi della Lega nell’ultimo anno e mezzo – possa essere partita senza il benestare di Giorgia Meloni che “cambia idea per convenienza, per galleggiare creando “il caos” a sinistra e risolvendo i problemi con la Lega”, l’affondo di Matteo Renzi.
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