ATIF contro aumento tassi d'interesse

L’aumento esponenziale ed ingiustificato dei tassi d’interesse sta mettendo in ginocchio le aziende italiane del packaging e degli imballaggi. In assenza di un intervento di correzione strutturale si rischia la paralisi di un comparto strategico per il Made in Italy di qualità che in Campania e nel Sud registra punte di eccellenza. 

L’allarme arriva da Marco Gambardella Presidente Nazionale dell’ATIF ( Associazione Tecnica Italiana per la Flessografia) che dal 1982 riunisce le aziende della filiera degli imballaggi e del packaging. Il giovane imprenditore salernitano descrive una situazione quanto mai allarmante.

“Siamo riusciti a superare la crisi del Covid investendo sugli impianti ed i sistemi di lavorazione. Abbiamo guadagnato quote di mercato internazionale sempre più importanti  puntando sulla ricerca, l’innovazione, il personale”. 

“Abbiamo raccolto – continua Gambardella – e vinto tutte le sfide dell’economia circolare immettendo sul mercato prodotti sempre più performanti ed ecosostenibili. La crescita incontrollata dei tassi d’interessi, persino quadruplicati negli ultimi mesi, sta penalizzando fortemente il nostro settore specialmente al Sud. Con questo costo del denaro sarà impossibile sostenere gli investimenti su impianti, personale, prodotti con gravi conseguenze sulla competitività del sistema Italia e l’occupazione”. 

A giudizio del Presidente ATIF Gambardella sono a rischio gli obiettivi del PNRR e la prospettiva dell’economia 5.0. 

“Peraltro – continua Marco Gambardella – l’esplosione dei tassi ha determinato anche una brusca riduzione dei consumi da parte delle famiglie con conseguenze che cominciano a diventare pesanti per le nostra aziende clienti e per noi stessi. Lo scenario internazionale è decisamente preoccupante per la recessione in Germania e Francia, tra i principali paesi d’esportazione dei nostri prodotti,  che crea ulteriori elementi negativi per il futuro”.

L’ATIF suggerisce una soluzione intervenendo sul tasso interbancario Euroribor. Gambardella propone di “garantire una quota del 1,5 per alle banche e di lasciare il residuo 2,5 per cento alla competitività del sistema bancario. In questo mondo le banche , anche quelle più radicate nei territori, avrebbero la possibilità di sostenere le imprese con modalità tali da garantirsi l’utile ed accompagnare questa fase che può diventare di crescita e sviluppo per l’intero Paese. In questa partita tocca alla Banca d’Italia giocare un ruolo chiave”.