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Non c’è solo l’allarme suicidi nelle carceri, 30 nei primi sei mesi dell’anno e  altri 12 da accertare, lanciato dal Garante Nazionale dei detenuti, Palma, nella sua Relazione al Parlamento

Non c’è solo l’allarme suicidi nelle carceri, 30 nei primi sei mesi dell’anno e  altri 12 da accertare, lanciato dal Garante Nazionale dei detenuti, Palma, nella sua Relazione al Parlamento. In 48 ore, infatti, in soli tre istituti penitenziari, quelli di Lanciano, Carinola ed Orvieto, sono stati sequestrati oltre due kg di droga tra hashish e cocaina. A Carinola la droga sequestrata in un mese e mezzo ammonta a 1 kg e mezzo, con le carceri, da Nord a Sud, che ormai, come denunciato dal segretario generale del sindacato Polizia Penitenziaria, sono diventate piazze di spaccio proprio come i quartieri Barone a Milano e Scampia a Napoli.

Un narcotraffico che coinvolge i familiari dei detenuti  come corrieri per introdurre negli istituti penitenziari gli stupefacenti e i clan come fornitori di quest’ultimi avvalendosi dei detenuti in permesso lavoro che fanno la spola tra dentro e fuori dal carcere e di quelli  più deboli e ricattabili. Un’economia  sommersa e criminale che come quella legale è alimentata dalla legge della domanda: sono circa 18  mila, poco meno del  30% della popolazione carceraria, come rimarcato dal segretario del sindacato di polizia penitenziaria, i detenuti classificati come tossicodipendenti per i quali il cosiddetto programma a scalare con la somministrazione di metadone ha dato risultati molto scarsi.

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