“Quando moriremo andremo in paradiso perché l’inferno lo abbiamo già conosciuto qui” è solo una delle terrificanti frasi di un minorenne che ci restituiscono una fotografia precisa dell’emergenza giovanile figlia di giorni nostri. Dall’esame dei cellullari dei ragazzini che delinquono emerge materiale terrificante come esecuzioni dell’Isis e sgozzamenti.  A rilevare il percorso involutivo delle babygang è la Procura per i minori. I racconti della procuratrice Maria de Luzenberger fanno venire i brividi: “Voglio sposarmi un camorrista” ha scritto una  quattordicenne in un tema, “quando ho tra le mani un kalasnikov provo più piacere di quanto sto con la mia fidanzata, il racconto di un minore ad un pm. Una importante ricerca sulla devianza minorile è stata presentata dai docenti Giacomo Di Gennaro e Maria Luisa Iavarone che si sofferma sulle cifre del fenomeno. Napoli tra il 2004 e il 2021 è la città del Sud con il più alto numero di minorenni, il 33%, denunciati o arrestati per reati associativi di stampo mafioso. Seguono Catania con il 25%, Bari con il 14%, Reggio Calabria con il 13% e Messina con l’8%. I dati raccolti forniscono anche una mappa dei quartieri più a rischio. In testa l’area di Ponticelli, Barra e San Giovanni, seguita da centro storico e Poggioreale.

DiRedazione

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