Nel real bosco di Capodimonte, nei cui viali corrono oggi bambini e atleti, fu realizzata nel 1947, la più grande baraccopoli per accogliere gli esuli della drammatica vicenda di Istria, Fiume e Dalmazia che a seguito della vittoria militare della Jugoslavia di Tito, divenne teatro di violenze e soprusi atroci. Le vittime di un vero e proprio eccidio furono gettate, legate a decine con il fil di ferro, nelle foibe, caverne verticali tipiche della regione carsica del Friuli Venezia Giulia e dell’Istria. Anche Napoli e i napoletani, ospitarono in alcuni campi profughi i loro connazionali.
![Oggi nel bosco il ricordo di quelle vittime, alla presenza del sindaco di Napoli Gaetano Manfredi.](https://www.canale21.it/wp-content/uploads/2023/02/Foibe-a-capodimonte-targa-per-i-profughi-manfredi-1024x768.jpg)
Oggi nel bosco il ricordo di quelle vittime, alla presenza del sindaco di Napoli Gaetano Manfredi.
Per anni Capodimonte divenne il luogo dove trascorreva la vita di uomini, donne, bambini e anziani, ma anche il luogo di ritrovo e socialità. Il numero di famiglie presenti diminuì col passare degloi anni, finché le ultime 17 famiglie furono costrette a lasciare definitivamente il campo con l’abbattimento delle ultime baracche avvenuto nel 1992. Nel corso della mattinata c’è stata , presso la Porta Miano,la cerimonia di intitolazione del Largo Esuli Istria, Fiume e Dalmazia, approvata dalla Commissione Toponomastica del Comune.
Poi la deposizione di una corona d’alloro, alla presenza del Delegato per Napoli dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia Diego Lazzarich.