Anche la sparatoria di Sant’Anastasia cosi’ come quella di Mergellina, è stata determinata da uno scontro tra ragazzi di comuni diversi per imporre la propria leadership. L’uso dei mitra, un modo per far valere il proprio codice d’onore emulando il mito dei boss. In questo ore si parla di Sant’Anastasia, ma anche di Somma Vesuviana di tutti i territori in cui serve la presenza delle istituzioni per fronteggiare l’emergenza criminalità. I ragazzi del posto e quelli che vengono da fuori che si affrontano per imporre la propria egemonia anche sparando nel mucchio senza pensare ai bambini, alle famiglie che passeggiano sul corso. Una missione militare punitiva durante la quale sono state ferite tre persone due genitori e una bambina. Assunta, 10 anni, ricoverata al Santobono e sottoposta a due interventi chirurgici, la mamma della piccola ha lasciato il Cardarelli e chiede di poter stare con la sua piccola. Intanto si attende la convalida dei fermi del 19enne Emanuele Civita e del presunto complice di 17 anni.      sottoposti a fermo per tentato omicidio..
A condurre le indagini, che si sono avvalse anche delle immagini riprese dalle diverse telecamere di videosorveglianza presenti in zona, sono stati i carabinieri della compagnia di Castello di Cisterna. I due giovani non hanno rilasciato dichiarazioni  avrebbero rilasciato dichiarazioni.  Il più grande ha precedenti per reati legati a stupefacenti e armi, con suo padre ritenuto affiliato al clan D’Avino di Somma Vesuviana. Il 17enne invece, è già noto alle forze dell’ordine per resistenza a pubblico ufficiale.