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Dovranno tornare in Algeria 15 migranti giunti a Salerno due giorni fa perché il loro paese non è in guerra. Eppure avevano aiutato a far arrestare lo scafista

Sono arrivati a Salerno lunedì pomeriggio, raccolti in mare dalla Eco Adriatica a largo della Sardegna, tutti su un piccolo barchino che ad ogni movimento imbarcava acqua. Nel porto di Salerno sono stati accolti con calore, dato loro assistenza sanitaria e, nel centro di via Carrari, hanno ricevuto abiti e il minimo per un po’ di igiene personale.

Era stato detto loro che sarebbero rimasti, accolti in qualche centro della provincia, che i bambini non sarebbero stati separati dai genitori, ma sono state promesse non mantenute, purtroppo, e non per cattiva volontà degli operatori o del personale che li ha accolti. L’errore che i 20 migranti hanno commesso giunti sul suolo italiano è stato quello di essere onesti e di dire la loro reale nazionalità. “Veniamo dall’Algeria, tutti”. Ma l’Algeria è un Paese non in guerra.

E così come previsto dall’articolo 10 comma 2 del testo unico sull’immigrazione, la loro richiesta d’asilo non può essere accolta. E non importa se grazie a loro, alle loro immagini realizzate di nascosto con il cellulare a rischio di essere buttati in acqua se visti, lo scafista è stato arrestato, non importa se si vede il 35enne Nadir Chabur usare violenza sugli uomini, sulle donne, anche su quella incinta, sotto la minaccia del coltello, la legge dice che devono essere respinti.

15 uomini resteranno qui solo sette giorni, poi ripartiranno lasciando qui le donne e i bambini. Non importa, dice con il volto alto, sguardo fiero, uno dei migranti. Resta mio figlio, e noi la vita migliore la sognavamo per lui.

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