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Arrestati questa mattina la sorella ed il compagno, oltre al figlio minore, del fidanzato di Marzia Capezzuti, la famiglia dove la ragazza milanese ha vissuto. L’accusa è di maltrattamenti e abusi, oltre all’omicidio.

Maltrattamenti, tortura e omicidio. Queste le ipotesi di reato con cui all’alba di oggi sono state arrestate tre persone, una coppia di adulti, ed un minore, nell’ambito delle indagini sulla scomparsa della milanese Marzia Capezzuti, 29 anni, avvenuta la sera del 7 marzo, giorno del suo compleanno. La ragazza era venuta a vivere a Pontecagnano faiano a casa del suo fidanzato, la cui sorella Barbara Vacchiano, il compagno di lei Damiano Noschese ed loro figlio quindicenne sono stati arrestati oggi.

Marzia Capezzuti, un rapporto tossico e sette persone indagate

Un rapporto tossico, fatto di soldi, lei versava interamente al compagno la pensione di invalidità che percepiva per una patologia cognitiva, e di maltrattamenti che portarono la giovane nel 2019 anche a presentare una denuncia immediatamente ritirata. Poi, alcuni mesi dopo, l’uomo fu ritrovato morto nei sotterranei della stazione di Napoli e Marzia ha continuato a vivere in quella casa, segregata dai familiari di lui che hanno continuato ad incassare la pensione di invalidità anche quando di marzia si persero le tracce. Per questi comportamenti, dopo la denuncia di scomparsa, sono state indagate 7 persone tra parenti ed amici di quella famiglia che, secondo l’ipotesi accusatoria, avrebbe ucciso la giovane ed occultato il corpo.

Scomparsa Marzia Capezzuti: I risultati dell’analisi del Dna

Ed è per questo che sono fondamentali i risultati dell’analisi del DNA eseguiti sul cadavere rinvenuto ad ottobre scorso in un casolare abbandonato in cui i segni indicano uno strangolamento. Se il cadavere fosse realmente quello di Marzia, la Procura avrebbe finalmente quanto le serve per perseguire per omicidio volontario chi ha picchiato, maltrattato e abusato della ragazza solo per continuare a prendere i soldi di una pensione di invalidità.